“Sylvie & Bruno”: Fanny & Alexander tra fiaba e attualità. INTERVISTA AL REGISTA | la CRONACA di RAVENNA

“Sylvie & Bruno”: Fanny & Alexander tra fiaba e attualità. INTERVISTA AL REGISTA

Questa sera, alle Artificerie Almagià per il Ravenna Festival, il debutto dello spettacolo tratto dall’ultimo romanzo di Lewis Carroll

16 giugno 2021 - “Sylvie e Bruno”, il nuovo spettacolo di Fanny & Alexander, debutta questa sera nel corso del Ravenna Festival alle Artificerie Almagià, dove sarà replicato fino a sabato 19. È liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Lewis Carroll, l’autore dei due libri di Alice: una ponderosa opera divisa in due parti, che l’attrice e drammaturga Chiara Lagani ha tradotto per Einaudi. Il libro, uscito ieri, sarà presentato al pubblico sabato, prima della recita.
Andrea Argentieri, Marco Cavalcoli, Roberto Magnani, Elisa Pol e la stessa Lagani saranno in scena, accompagnati dalle sonorità create da Emanuele Wiltsch Barberio, per una storia che intreccia il piano del reale con quello dell’immaginario. In entrambi i mondi i fratellini Sylvie e Bruno si muovono, circondati da altri personaggi, tra vicende fantastiche e accadimenti veri. Tra questi, la terribile e misteriosa febbre che uccide tutti gli abitanti di un villaggio, in imprevedibile concomitanza con la nostra attualità.
La regia di “Sylvie e Bruno” è di Luigi De Angelis, che quasi trent’anni fa, nel 1992, fondò con Chiara Lagani a Ravenna Fanny & Alexander, compagnia teatrale e bottega d’arte. Con lui abbiamo parlato dello spettacolo.
    
Luigi De Angelis, quali sono i motivi che vi hanno spinto a lavorare sul romanzo di Lewis Carroll?
“Chiara Lagani e io leggemmo vent’anni fa il libro nella traduzione di Franco Cordelli e già allora ci dicemmo che prima o poi avremmo dovuto metterlo in scena. Poi Chiara ha deciso addirittura di tradurlo di nuovo. I motivi per cui l’abbiamo scelto hanno a che fare con tutto il lavoro di Fanny & Alexander e con quella che chiamerei la nostra impronta fondativa.
Da una parte, il fatto che questo romanzo è intitolato a due bambini, Sylvie e Bruno, che lo attraversano e che in qualche modo esprimono la potenzialità di uno sguardo sul mondo reale che proviene però dal mondo della fantasia e dell'immaginazione, un mondo fatato parallelo; dall'altra, la possibilità anche per il lettore di portare una sua possibile innocenza o genuinità di osservazione del mondo scevra da sovrastrutture.
L’aspetto forte di ‘Sylvie e Bruno’ è il continuo labirinto di piani, di sguardi, per cui incessantemente si è come storditi nel passaggio tra uno stato di veglia e uno di sonno, che permette però di fare dei salti in un universo fantastico e immaginifico, quello che è poi dei bambini che erano tanto cari a Lewis Carroll”.

Di Alice, a parte quello che mi hai già detto, si ritrova qualcosa di particolare in “Sylvie e Bruno”?

“Il continuo passaggio da un piano diciamo quasi bidimensionale a uno tridimensionale, da un mondo all'altro. Un continuo scivolare in una dimensione che c'è, è compresente a noi, ma che allo stesso tempo è parallela, invisibile forse. L’aspetto invece diverso, in ‘Sylvie e Bruno’, è la dimensione labirintica, questa idea quasi di stordimento che avviene attraverso la lettura. È qualcosa di straordinario e non a caso questo romanzo ha influenzato opere come ‘Finnegans Wake’ di James Joyce”.
 
Una febbre misteriosa che fa molte vittime compare nel piano reale del romanzo. Nella tua regia hai reso in qualche modo evidente un collegamento con la situazione odierna?
“Una cosa tipica del nostro lavoro è quella di farsi attraversare da alcune spore e scorie della contemporaneità. In ‘Sylvie e Bruno’, quando l'epidemia colpisce un villaggio e semina morte, il protagonista del livello diciamo più vittoriano, quello non fantastico, è chiamato come dottore a salvare delle vite; una coincidenza con la nostra attualità che abbiamo voluto conservare. Ovviamente, essendo il libro di dimensioni gigantesche, in uno spettacolo di un'ora e mezza potevamo soltanto cercare di restituire il senso di tutte queste striature narrative; però mi è piaciuto finire con un accenno al momento della pandemia.
Del resto, lo spettacolo stesso parte dall'idea di quello che abbiamo vissuto nella pandemia: l’essere ognuno di noi solo con se stesso, con una mente che poteva aver bisogno di viaggiare nell’invisibile, nell'immaginazione. Non a caso adesso c’è così tanta fame di teatro: è una fame di muoversi nella creatività, nella fantasia, e il romanzo di Carroll parla proprio di questo.
La pandemia, che ha rischiato di intorpidirci su tanti piani relazionali e sociali, in realtà ci ha permesso di fare dei viaggi introspettivi, di fantasia, nella dimensione dell'immaginazione creativa. In questo senso, è stata anche un'opportunità”.

L’anno scorso lo spettacolo sui libri di Oz di L. Frank Baum, ora questo su Lewis Carroll, un altro scrittore per bambini e ragazzi. Questa ricorrenza ha a che fare con l’impronta fondativa di Fanny & Alexander di cui mi parlavi?
“Sì, a livello mitologico, archetipico, simbolico, nel senso che persiste anche quando facciamo uno spettacolo di altro genere, come quello su Primo Levi.
Noi cerchiamo nello spettatore una sorta di genuinità dello sguardo, come quella dei bambini, che sono in grado di confondere il piano della fantasia e quello del reale e hanno una libertà che noi forse non abbiamo più: a un certo punto, nell'acquisire altri strumenti, perdiamo molto della loro capacità.
La nostra idea di teatro è quella di cercare di riconnettersi con quella parte e quindi, per esempio, lasciarsi stordire da uno spettacolo come ‘Sylvie e Bruno’. Lasciarsi stordire e anche abbandonarsi al labirinto di questa che è una fiaba contemporanea, ma comunque una fiaba a tutti gli effetti”.

Patrizia Luppi

LEGGI QUI LA NOTA SULLO SPETTACOLO



© copyright la Cronaca di Ravenna
CONDIVIDI

Altro da:
Cultura

"Viaggio in Italia", i consigli di lettura di Claudio Giunta

Lo storico della letteratura, filologo e saggista ha tenuto una conferenza alla Fondazione ...

"Viaggio in Italia", i consigli di lettura di Claudio Giunta

Lo storico della letteratura, filologo e saggista ha tenuto una conferenza alla Fondazione ...

"Il viaggio in Italia" tra scrittura e fotografia

Dal secondo Novecento al nuovo millennio. Conferenza di Claudio Giunta alla Fondazione ...

"Il viaggio in Italia" tra scrittura e fotografia

Dal secondo Novecento al nuovo millennio. Conferenza di Claudio Giunta alla Fondazione ...

'Cuore': a Faenza un murale dell'artista Igor Scalisi Palminteri

Con la sua realizzazione è stato inaugurato il Festival di Street Art 'Impronte di ...

'Cuore': a Faenza un murale dell'artista Igor Scalisi Palminteri

Con la sua realizzazione è stato inaugurato il Festival di Street Art 'Impronte di ...

RAVENNA FESTIVAL

Sopra le righe

"Strùffati": Comune e Prefettura in difesa delle persone vittime di truffe. Il video con Maria Pia Timo

Tornano le azioni sul territorio. Si parte martedì 9 aprile alle 20.30 all'Almagià ...

Ortazzo, «lo scandalo continua»

Gli ambientalisti: «Il Parco del Delta non emette alcun cenno risoluto rispetto a ...

Dialogo sul Mediterraneo. INTERVISTA a Marc Lazar

È uno dei due protagonisti con l’ex Ministro Marco Minniti, del dibattito organizzato ...

Architettura, «una nuova visione con al centro la qualità». INTERVISTA

Come sfuggire alla schiavitù nei confronti delle logiche di mercato. Ne parla Marco ...

Salvò al mondo la Domus dei Tappeti di Pietra

RavennAntica intitoli uno spazio pubblico a Ezio Fedele Brini

Prospettiva Dante. Giancarlo Giannini incanta il pubblico

L'attore italiano ha aperto la XII edizione del festival promosso dalla Fondazione ...

Celebrato il 702esimo annuale di Dante. LE FOTO

Dalla prolusione alla Biblioteca Classense all'Offerta dell'Olio

Alluvione/ Oltre 600 firme per la petizione “Stop al pagamento delle utenze"

Promossa da una cittadina di Fornace Zarattini, Alessandra Musumeci. «Eni, Hera, ...