Cultura
Nuova didattica al Liceo Classico per essere sempre più 'contemporaneo'
Intervista alla dirigente Giuseppina Di Massa: "I giovani sono cambiati ma non sono meno profondi"
E’ stata l’occasione per parlare dell’attuale situazione del Liceo Classico ravennate con la dirigente, Giuseppina Di Massa.
Qual è lo scopo di un’iniziativa del genere?
“Il senso è quello di far conoscere la bellezza e la vitalità del messaggio dei licei classici, soprattutto in un’epoca nella quale c’è sempre meno interesse verso gli studi classici. E’ un peccato, in un momento in cui - al contrario - avremmo bisogno di insegnare ai giovani a riflettere su varie questioni che riguardano l’essere umano, partendo dalle riflessioni che molte altre personalità illustri hanno fatto prima di noi”.
Perché questa mancanza di seguito?
“L’esperienza quotidiana, i momenti di confronto come gli open day, le relazioni con genitori e alunni, ci dicono che il Classico viene percepito come non contemporaneo, mentre oggi mediamente i ragazzi scelgono corsi considerati meno faticosi, più semplici. Ed è una tendenza che si registra non solo qui, ma in tutta Italia. Eppure, noi siamo convinti che i giovani siano certamente cambiati, ma non per questo siano meno profondi…”.
E quindi?
“Abbiamo cercato di cambiare la modalità di parlare e insegnare loro. A Ravenna abbiamo dato vita, proprio nell’anno scolastico in corso, a una novità. Le due prime classi, A e B, hanno iniziato una sperimentazione: pur mantenendo un obiettivo qualitativo a livello di percorso scolastico, si è scelto di lavorare per rendere più partecipe lo studente al percorso. Siamo partiti da una flessibilità oraria delle classi prime, attraverso la compattazione delle aree disciplinari umanistica e scientifica: per metà settimana si lavora sull’una, per l’altra metà sull’altra. Questo consente di lavorare di più a scuola, e di concentrare lo studio domestico senza dispersione cognitiva. E finora abbiamo visto che i ragazzi sono contenti, vengono a scuola con piacere e apprendono più che in passato. Quindi proseguiremo l’esperimento nelle future seconde, e lo rifaremo nelle prime, e forse anche nelle future terze”.
Come si concretizza questo nuovo approccio didattico?
“Alla lezione frontale segue una parte operativa, con una didattica transdisciplinare e interdisciplinare, e il coinvolgimento di più docenti sulla stessa tematica. Abbiamo creato una cornice pedagogica per inserire un approccio laboratoriale, come modo di proporre ai ragazzi determinati input. E’ importante soprattutto il modo in cui li coinvolgiamo: i ragazzi devono diventare attori del loro apprendimento. La lezione frontale, che non va demonizzata, non può essere l’unica modalità. E anche la tecnologia entra in gioco, permettendo di apprendere in maniera più accattivante e vicina al sentire dei ragazzi. Non a caso, il progetto è intitolato “Classico contemporaneo”.
Che risposta hanno dato i docenti a questo nuovo approccio?
“I docenti sono la risorsa fondamentale della scuola, quindi dovevano essere convinti. Prima di iniziare ho fatto varie riunioni con loro, proponendo questa sperimentazione: sono stati molto disponibili, c’era voglia di innovare anche da parte loro. E le attività messe in campo in questo primo anno sono andate anche oltre le mie aspettative: ho registrato molta creatività nel progettare le attività, anche al di fuori della scuola, sul territorio, partecipando a concorsi e via dicendo. Ripensare alla didattica e a come proporre i contenuti è stata anche da parte loro un’esperienza stimolante. E anche per i genitori: a cui l’abbiamo presentata a inizio anno e di cui stiamo raccogliendo i feedback – per ora positivi – e con i quali faremo una riunione anche a fine anno”.
Nella foto, a destra la preside, Giuseppina Di Massa; a sinistra la coordinatrice dell’indirizzo Classico, prof. Letizia Sotira
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