Politica
«Dopo le coltellate, riqualificare piazza Baracca e Porta Adriana e spostare il chiosco di piadina»
Lo chiede Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna. Nel 2020 una petizione di cittadini rivolta al prefetto elencava gli interventi urgenti necessari, «purtroppo mai visti»
21 ottobre 2022 - Un accoltellamento mercoledì scorso, 19 ottobre, e un altro lo scorso 4 dicembre. Entrambi avvenuti in piazza Baracca nelle panchine vicine al chiosco di piadine.
Nel 2020 una petizione di cittadini rivolta al prefetto elencava gli interventi urgenti necessari, «purtroppo mai visti» dice Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna-Polo civico popolare, che chiede «siano accolte le richieste già avanzate che non hanno trovato ascolto, affinché sia spostato il chiosco di piadina, col gradimento sicuro del suo titolare, nonché - si presuppone - con l’adesione e la collaborazione della Polizia locale, e di Azimut, società partecipata dal Comune che gestisce il parcheggio pubblico confinante col chiosco, esso stesso turbato dalle frequenti incursioni malavitose».
E di conseguenza che «sia commissionato, per essere attuato, un progetto di completa riqualificazione del comparto piazza Baracca/Porta Adriana».
«Il chiosco delle piadine, involontario centro di questo giro di malaffare, ne è, di conseguenza, la vittima principale. La sua storia - racconta Ancisi - risale a mezzo secolo fa, quando il Comune, volendo liberare Porta Adriana, sul lato nord della piazza, dai manufatti ingombranti dell’area antistante e riuscendo ad allontanarli tutti, trasferì la titolare del banco di piadina in piazza Baracca, dove si insediò con un chiosco mobile a ruote.
Ma fu nel 1998, quando già c’erano dei balordi che impiegavano malamente le zone d’ombra del manufatto, che il Comune concesse, ignorando proteste molteplici, tra cui quella di Lista per Ravenna, di triplicarne le dimensioni autorizzando un fabbricato fissato al suolo munito di impianti fognario, elettrico, di riscaldamento e di condizionamento, canna fumaria.
Fu così che quell’area di piazza, dotata di panchine, toilette pubblica, fontanella, contenitori per caschi, cestini per rifiuti, casse del parcheggio attiguo, impianti di affissione, panettoni e paletti, ma priva di qualsiasi manutenzione, con l’asfalto dissestato, i platani abbandonati, spazi coperti che nascondono anfratti strategici per bagordare e delinquere in pieno centro urbano senza essere scorti, non tardò a diventare terra di nessuno, pericolosa per chi vi transita e ancor più per chi vi sosta. Gli abitanti dei fabbricati retrostanti il chiosco vivono da allora come reclusi in casa».
Ancisi sottolinea che «nell’ultimo mezzo secolo, tutti gli interventi dell’amministrazione comunale sul comparto di piazza Baracca sono stati modesti o di facciata. L’ultimo si è limitato a sistemare il parcheggio, ignorandone i dintorni indegni.
Manca un progetto d’insieme che valorizzi Porta Adriana e piazza Baracca come un ingresso ordinato e attraente alla città, con area di sosta capace di fare sistema col parcheggio Giustiniano e coi percorsi delle mura storiche, verso Porta Serrata e la Rocca Brancaleone da un lato e verso piazza della Resistenza dall’altro».
© copyright la Cronaca di Ravenna
Nel 2020 una petizione di cittadini rivolta al prefetto elencava gli interventi urgenti necessari, «purtroppo mai visti» dice Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna-Polo civico popolare, che chiede «siano accolte le richieste già avanzate che non hanno trovato ascolto, affinché sia spostato il chiosco di piadina, col gradimento sicuro del suo titolare, nonché - si presuppone - con l’adesione e la collaborazione della Polizia locale, e di Azimut, società partecipata dal Comune che gestisce il parcheggio pubblico confinante col chiosco, esso stesso turbato dalle frequenti incursioni malavitose».
E di conseguenza che «sia commissionato, per essere attuato, un progetto di completa riqualificazione del comparto piazza Baracca/Porta Adriana».
«Il chiosco delle piadine, involontario centro di questo giro di malaffare, ne è, di conseguenza, la vittima principale. La sua storia - racconta Ancisi - risale a mezzo secolo fa, quando il Comune, volendo liberare Porta Adriana, sul lato nord della piazza, dai manufatti ingombranti dell’area antistante e riuscendo ad allontanarli tutti, trasferì la titolare del banco di piadina in piazza Baracca, dove si insediò con un chiosco mobile a ruote.
Ma fu nel 1998, quando già c’erano dei balordi che impiegavano malamente le zone d’ombra del manufatto, che il Comune concesse, ignorando proteste molteplici, tra cui quella di Lista per Ravenna, di triplicarne le dimensioni autorizzando un fabbricato fissato al suolo munito di impianti fognario, elettrico, di riscaldamento e di condizionamento, canna fumaria.
Fu così che quell’area di piazza, dotata di panchine, toilette pubblica, fontanella, contenitori per caschi, cestini per rifiuti, casse del parcheggio attiguo, impianti di affissione, panettoni e paletti, ma priva di qualsiasi manutenzione, con l’asfalto dissestato, i platani abbandonati, spazi coperti che nascondono anfratti strategici per bagordare e delinquere in pieno centro urbano senza essere scorti, non tardò a diventare terra di nessuno, pericolosa per chi vi transita e ancor più per chi vi sosta. Gli abitanti dei fabbricati retrostanti il chiosco vivono da allora come reclusi in casa».
Ancisi sottolinea che «nell’ultimo mezzo secolo, tutti gli interventi dell’amministrazione comunale sul comparto di piazza Baracca sono stati modesti o di facciata. L’ultimo si è limitato a sistemare il parcheggio, ignorandone i dintorni indegni.
Manca un progetto d’insieme che valorizzi Porta Adriana e piazza Baracca come un ingresso ordinato e attraente alla città, con area di sosta capace di fare sistema col parcheggio Giustiniano e coi percorsi delle mura storiche, verso Porta Serrata e la Rocca Brancaleone da un lato e verso piazza della Resistenza dall’altro».
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