Al Mercato Coperto, Enrico Mazzone e la sua Divina Commedia lunga 97 metri | la CRONACA di RAVENNA

Al Mercato Coperto, Enrico Mazzone e la sua Divina Commedia lunga 97 metri

L'artista torinese da ieri all'opera al primo piano della struttura per condividere con la città il suo lavoro

16 luglio 2020 - Disegna dieci ora al giorno, steso per terra, sopra una coperta, con i gomiti appoggiati su un cuscino. Usa matite H, B, HB, 2B e 3B e col fissativo imprime la grafite. Ma ciò che stupisce è il materiale su cui trasferisce la sua arte. Un rotolo di carta lungo 97 metri e alto 4, grammatura 320.
Il soggetto? Le tre cantiche della Divina Commedia, in un diverso ordine, con l’Inferno posizionato tra il Purgatorio e il Paradiso.

L’artista è Enrico Mazzone, trentottenne torinese, formatosi all’Accademia di Belle Arti del capoluogo piemontese, che ha trovato nel Mercato Coperto il sostegno per realizzare l’ultima cantica, il Paradiso, proprio a Ravenna, la città che nel 2021 festeggia i 700 anni della morte del Poeta. La sua è una storia da raccontare, fatta di intuizioni e visioni, di una passione infinita per l’arte, vissuta con dedizione e sacrificio, e di incontri fortunati.

Tutto inizia nell’ottobre 2016, nella cittadina di Rauma, sulla costa sud occidentale della Finlandia. Anzi, l’anno prima, quando viene chiamato da una residenza d’artista, la RaumArs, che gli chiede la disponibilità di tre mesi per insegnare arte e tecniche di disegno a una classe di ragazzi di un’età compresa tra i 10 e i 16 anni.

Ma ecco che i tre mesi diventano sei anni densi di emozioni e lavoro. Dopo Rauma si traferisce per un incarico di altri tre mesi a Upernavik, quindi due mesi di pausa a studiare le costellazioni e poi il ritorno a Rauma. Qui trova un lavoro estivo come decoratore alla ditta Sorcolor e trova anche quello che diventerà il suo destino. Un collega gli fa sapere che in città esiste una cartiera, la UPM, e Mazzone ottiene di poterla visitare. Nella stanza deposito, la visione dei rotoli di carta lunghi 800 metri lo folgora. Si propone di lavorare per l’azienda pur di ottenerne uno, ma i titolari lo riconoscono come artista (era già stato pubblicato qualche articolo su di lui) e gli fanno una proposta: gli daranno uno “scampolo” di 97 metri, frutto di un errore nella grammatura che aveva portato a interrompere la lavorazione di quel rotolo quando è stato evidente lo sbaglio.

Ed ecco aprirsi la sfida. Come organizzarsi per lavorare il materiale? Come trasferirlo e dove? La sua impulsività trova sostegno. La cartiera mette a disposizione un camion con un braccio meccanico che trasporta il rotolo, ben 280 chili, all’Università di Rauma che gli mette a disposizione un’aula. “Non posso che ringraziare tutti coloro che, come l’assessore alla Cultura del Comune di Rauma, Risto Kupari, hanno sostenuto il mio slancio. Visto che possiamo senz’altro dire che nel mio processo creativo non avevo saputo contenermi”.

Mazzone ha ancora 27 metri da disegnare. Grazie a un importante critico d’arte e amico è entrato in contatto con Beatrice Bassi e Leonardo Spadoni, collezionisti e appassionati d’arte. Bassi, amministratore della società che gestisce il mercato di piazza Costa, ha pensato di mettergli a disposizione il piano superiore, al momento non utilizzato causa Covid, perché la sua arte possa incontrare la città e il suo lavoro possa essere visto e vissuto in modo inclusivo.
E da ieri Mazzone, partito da Torino col padre Carmelo, disegna sul pavimento del primo piano del Mercato di piazza Andrea Costa dove i 27 metri sono stati stesi per terra. “Un pavimento perfetto, senza scanalature, che mi fa sentire il ‘battito’ della punta della matita”.
Sarà ospite del Mercato Coperto fino a marzo del prossimo anno, quando l’opera dovrebbe essere terminata. La previsione è di concludere il disegno a dicembre e di usare i mesi di gennaio e febbraio per lavorare con Mauricio Cardenas, l’architetto colombiano con la passione per l’epoca rinascimentale, che realizzerà la struttura in bamboo italiano, più precisamente toscano, che reggerà il gigantesco foglio.

Sarà una struttura circolare, con un diametro tra i 28 e i 32 metri, costruita in ciclorama. Lo spettatore sarà all’interno, ‘circondato’ dalla Divina Commedia e girerà attorno alla sincronicità dei gruppi figurativi che rispecchiano il racconto di Dante, anche se con il filtro interpretativo di Mazzone. Il genius loci è salvo.

Quest’opera in salsa nordica, iniziata da un attimo di perdizione in una sorta di esilio finlandese, viene così a concludersi a Ravenna nell’anno del 700°. “Sono tornato in Italia – dice Mazzone – in un momento in cui parlare di arte è molto difficile, perché è qualcosa di elitario, e sono riconoscente per la possibilità che mi è stata data”.
mvv

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