Ciicai, Rontini: "La crisi si batte solo facendo squadra" | la CRONACA di RAVENNA

Ciicai, Rontini: "La crisi si batte solo facendo squadra"

Il presidente del Consorzio analizza la situazione economica alla luce dell'assemblea

06 giugno 2020 - La tarda primavera è periodo di assemblee di bilancio, a tutti i livelli e per tutte le realtà che sono tenute a farlo. Ma quest’anno, a causa del Covid, la stragrande maggioranza di questi appuntamenti ha cambiato pelle: non più riunioni fisiche di soci, bensì meeting on line, meno interattivi eppure più sicuri.
Qualcuno, però, ha deciso di mantenere la tradizionale modalità, spostando avanti il più possibile al data della riunione per allontanarsi dal periodo caldo della pandemia. E’ stato, ad esempio, il caso del Ciicai, il consorzio ravennate che associa gli installatori professionisti del settore termoidraulico, condizionamento e arredobagno: più di cento soci divisi fra la nostra provincia e quella di Ferrara, con una storia che nel prossimo anno arriva al mezzo secolo.
Giovedì scorso, alla sala riunioni del ristorante La Campaza, ben distanziati in platea, i consorziati hanno approvato il bilancio, ascoltando le relazioni dei dirigenti presentatisi al microfono rigorosamente con la mascherina. A cominciare dal presidente, il lughese Marco Rontini, che ha aperto le danze.


Rontini, perché avete deciso di fare un’assemblea di persona, nonostante le difficoltà e le limitazioni conseguenti? E’ stata una scelta mirata?
Assolutamente sì: l’abbiamo pensata e voluta come un segnale di unione, un tentativo di ritornare alla normalità. Ed è anche andata a buon fine, con una buona presenza dei soci (una settantina) che sono sembrati contenti, anche se abbiamo dovuto limitare la presenza del nostro personale. Ma siamo convinti che per affrontare al meglio questa fase di evidente difficoltà economica legata alle conseguenze del lockdown occorre restare uniti, collaborare, fare squadra: ecco perché abbiamo scelto di vederci di persona, per ribadire nei fatti questo concetto.

Quali sono le caratteristiche su cui dovreste lavorare meglio “di squadra”?
Per le piccole imprese, questo è un momento difficile. E già continuare a lavorare è in qualche modo eroico. Però il pregio di noi italiani è che non ci ferma nessuno, che siamo bravi a risolvere i problemi e magari a farne la leva per crescere ancora.
Ecco, io credo che questo sia più facile se siamo uniti: se siamo bravi, come categoria, a farci valere per quanto riguarda i giusti prezzi a cui farci pagare, se facciamo valere la qualità dei nostri interventi, se sappiamo portare avanti idee comuni. Altrimenti, il rischio è doppio: da un lato, subire la concorrenza sleale di chi abbassa i prezzi anche se non è in grado di garantire la qualità; dall’altro, essere schiacciati da un’altra concorrenza, diversa e più potente, che è quella dei grandi gruppi.
Solo se lavoriamo assieme possiamo garantire caratteristiche qualitative che gli altri non possono offrire: altrimenti alla fine richiamo di diventare solo meri prestatori di manodopera…

Un consorzio serve a questo, ovviamente. E c’è bisogno di gente che lo diriga, di formare classe dirigente…
Questo è un altro problema, oggi, purtroppo. Servirebbe più apporto da parte dei soci, invece c’è sempre meno gente che ha voglia di dedicare tempo al consorzio, mentre una volta questo stimolo era maggiore.
Sono cambiati i tempi, forse ci sono troppi diversivi, anche internet ci ha reso sempre più individualisti: invece bisognerebbe cercare di portare avanti idee comuni…

Nel 2021 il Ciicai compie 50 anni. Che effetto fa presiedere il consorzio in una ricorrenza come questa?

Mezzo secolo è un traguardo significativo, e il Ciicai è cresciuto anno dopo anno, in tutto questo tempo. Segno che gli amministratori, così come i direttori che si sono susseguiti (fino all’attuale, ovviamente), come il personale, hanno sempre lavorato benissimo, con un attaccamento quasi viscerale al Consorzio.
In questi ultimi anni, in particolare, ancor più che in passato si è creato un tandem tra presidenza, consiglio di amministrazione e direzione che fa sì che la struttura vada molto bene, senza gli attriti che invece c’erano a volte in passato: oggi dialogo e competenza fanno sì che il clima sia sempre costruttivo, mai arrogante. Ed essere presidente nel cinquantesimo è un onore, un motivo di orgoglio, ma è anche merito di chi c’è stato prima di me.
E continuo a dire che servono comunque ricambi per il futuro: spero sempre che ci siano forze nuove all’interno del consorzio per fare un’esperienza simile alla nostra: i ruoli sono tanti e ci sono molti ambiti in cui ci si può impegnare.

Il Ciicai porta il fatturato a 29 milioni



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