Guido Pasi: "Il turismo? Ci salverà chi potrà arrivare in auto" | la CRONACA di RAVENNA

Guido Pasi: "Il turismo? Ci salverà chi potrà arrivare in auto"

Le difficoltà maggiori per chi è raggiungibile solo in aereo

29 maggio 2020 - Fra gli ospiti delle videointerviste che da qualche settimana il consorzio Ravenna Incoming propone sui suoi canali social, per parlare di turismo con personalità del settore – ravennati e non – c’è stato recentemente anche Guido Pasi: oggi felicemente in pensione, Pasi è comunque ancora un attento osservatore delle dinamiche turistiche globali, anche perché alle spalle – fra le varie esperienze amministrative – vanta anche due mandati come assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna.
Anni in cui il sistema turistico della Riviera ha dovuto affrontare varie crisi – dalla mucillaggine, alla concorrenza di nuove destinazioni a buon mercato – riuscendo però sempre a rialzarsi. Ci è parso interessante capire se, secondo Pasi, ciò sarà possibile anche dopo il Coronavirus.


La domanda cruciale, dunque, è questa: la Romagna ha gli anticorpi turistici per riprendersi anche da questa crisi?

La partita è difficilissima, l’emergenza è enorme, da molte parti si dice che ormai la stagione è persa e bisogna ragionare già sul 2021. Così difficile la situazione non è mai stata, insomma. Ma se qualcuno ha il senso dell’organizzazione, nel turismo, e quindi può avere le chances per trovare una soluzione, probabilmente quelli siamo noi romagnoli...

Su quali aspetti può puntare la nostra Riviera, magari già nell’estate 2020?
Vedo un punto di vantaggio, uno solo: ad avere le difficoltà più grandi saranno le località turistiche che si basano principalmente sui voli. La nostra catena è fatta anche di un turismo di prossimità, e questo forse potrà essere un vantaggio: perché diventeranno competitive le mete che si possono raggiungere in auto, più che in quelle su cui è necessario volare.
Ad esempio, io ho vissuto a lungo, negli ultimi anni, a Fuerteventura, nelle Canarie. Ho visto di persona come la loro sia una organizzazione turistica ottima, e come si sia avvantaggiata in anni recenti dalla crisi delle destinazioni nordafricane colpite dal terrorismo. Però, una meta come le Canarie è quasi esclusivamente dipendente dai grandi tour operator: sicché quando sono entrati in crisi grandi player come Thomas Cook, e a ruota agenzie come Neckermann o altre, le Canarie hanno subito un colpo mostruoso, come accade a chi si lega troppo - quasi esclusivamente - ai grandi tour operator. E adesso ovviamente sono in una difficoltà enorme, da cui faranno fatica a risollevarsi: anche perché sono dipendenti dai voli: e oggi si fatica a capire se e quando si potrà volare, e anche quanto costerà volare.
Un problema – almeno questo – che ci tocca molto relativamente…

Esatto. Per questo, ritengo che noi potremmo tornare a diventare una destinazione interessante per vari ambiti turistici - il sud della Germania, alcune zone della Francia, tutto il nord Italia. Una destinazione di richiamo, anche perché qui da noi il turista può arrivare con la propria auto.

Un’ultima domanda sul turismo a Ravenna, sulla città d’arte. Anche in questo caso, le conseguenze del virus sono pesanti. Dante 2021 potrà essere un richiamo utile per riprendersi?
Io ho sempre sostenuto che Ravenna ha il fisico per fare da sé, in termini turistici: non sono mai stato convinto che dovesse associarsi con altri, o creare sinergie particolari per promuoversi, perché è una destinazione importante di per sé. E il richiamo di Dante 2021 è certamente una grande opportunità. Anche se bisogna essere bravi a sfruttarla e a lavorare tutti assieme, mentre a Ravenna questo non sempre è successo: perché permane il tipico difetto storico dei ravennati, quello di lavorare divisi e di non colpire uniti…


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