Sopra le righe
Spring Festival Tokyo, El País e Rossijskaja Gazeta: così Muti porta Ravenna nel mondo
L'effetto moltiplicatore dello streaming dedicato ai due concerti dell'Orchestra Cherubini all'Alighieri. Intervista a De Rosa
21 novembre 2020 - Il Ravenna Festival non si ferma e torna a programmare appuntamenti benché abbia dovuto annullare per la seconda volta, a causa del Covid-19, la Trilogia d’autunno di quest’anno. La proposta è del più alto livello: due concerti diretti da Riccardo Muti con l’Orchestra Cherubini saranno diffusi in streaming gratuito domenica 22 e domenica 29 alle 11, dal Teatro Alighieri, sul sito ravennafestival.live (è disponibile anche l’app omonima gratuita per Android e iPhone).
L’iscrizione alle newsletter di Ravenna Festival e RMMUSIC regalerà invece l’accesso a contenuti esclusivi dalle prove di questi giorni. Il Teatro ora è dotato, unico in Italia, dell’innovativa tecnologia d&b Soundscape che permetterà di riprodurne l’acustica attraverso cuffie e auricolari. In programma nel primo concerto due sinfonie di Schubert, la n. 3 e l’Incompiuta; nel secondo, brani del repertorio sinfonico italiano del tardo Ottocento, il Notturno di Giuseppe Martucci e il Preludio sinfonico di Giacomo Puccini, oltre a pagine di Giuseppe Verdi: le Sinfonie di Nabucco, La forza del destino e I vespri siciliani e i Ballabili del Macbeth. Abbiamo rivolto alcune domande in proposito al sovrintendente del Festival Antonio De Rosa.
Antonio De Rosa, per il pubblico questi due concerti sono una bella sorpresa. Con quale spirito avete deciso di realizzarli?
“Le nostre due finalità più importanti sono raggiungere il pubblico e nello stesso tempo dar lavoro agli artisti. Lo streaming online, che sta diventando una forma di comunicazione indispensabile, in questa fase è l'unico modo per riuscire a raggiungere entrambi gli obiettivi. Gli artisti non vanno abbandonati e non soltanto per assicurare loro un reddito, ma anche per consentire che stiano in relazione con la loro anima artistica: bisogna metterli in grado e in condizione di potersi esprimere, di fare quello per cui vale la pena vivere. Chi ha deciso di imbracciare uno strumento, e di impegnarsi su quello strumento per molti anni e per tante ore al giorno, non può essere lasciato nell’inedia. Abbiamo pensato soprattutto ai nostri giovani artisti, i ragazzi della Cherubini, che hanno un’età media di poco superiore ai vent'anni, e la cosa bella è che hanno risposto tutti alla nostra convocazione, senza timori e senza remore".
Le procedure per la sicurezza sono state e sono molto onerose?
“Gli spostamenti per motivi di lavoro sono concessi e i musicisti, che sono venuti da tutta l’Italia, avevano ciascuno il contratto da esibire alle autorità in caso di controllo. Appena arrivati a Ravenna si sono sottoposti al tampone molecolare, dopodiché hanno passato 48 ore in completo isolamento; quando è stato comunicato l’esito del tampone, negativo per tutti, sono cominciate le prove all’Alighieri. A parte il tempo passato in teatro, i musicisti vivono in isolamento nei loro appartamenti, senza incontri di nessun tipo; sanno bene che la normativa è molto molto severa. Naturalmente usano sempre le mascherine, in palcoscenico viene rispettato il distanziamento e il tampone molecolare viene ripetuto ogni settimana. Voglio però sottolineare il fatto che nessuno di loro ha rinunciato, perché hanno bisogno di suonare e poi stare con Riccardo Muti per loro è un'acquisizione eccezionale, c'è una straordinaria magia che si crea tra il maestro e i suoi ragazzi. Siamo grati a Riccardo Muti perché ha condiviso questa nostra impostazione e ci ha dato la disponibilità per i due programmi, di cui faremo poi un evento mondiale: abbiamo accordi per rilanciare lo streaming sui siti dello Spring Festival di Tokyo e dei quotidiani El País e Rossijskaja Gazeta per il pubblico di lingua spagnola e russa".
È molto difficile parlare ora di programmi per il futuro, ma c’è qualche progetto in corso?
“Sì, il Festival naturalmente sta progettando la prossima edizione e la direzione artistica ci sta lavorando. Vediamo che cosa succede. Abbiamo una scadenza, quella del 31 gennaio, per le domande al Ministero nelle quali bisogna indicare il programma; siamo ancora a novembre e quindi abbiamo un po’ di tempo per vedere l’evolversi della situazione. In ogni caso, nel 2021 un Festival ci sarà certamente, negli spazi all’aperto che abbiamo usato l'anno scorso. Non è ancora il momento di parlare del cartellone, ma io voglio sperare che, anche se ci saranno ancora delle limitazioni come il distanziamento, potrà essere consentita la partecipazione del pubblico. Confido che a giugno saremo in una fase diversa e meno difficile da questo punto di vista".
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna
L’iscrizione alle newsletter di Ravenna Festival e RMMUSIC regalerà invece l’accesso a contenuti esclusivi dalle prove di questi giorni. Il Teatro ora è dotato, unico in Italia, dell’innovativa tecnologia d&b Soundscape che permetterà di riprodurne l’acustica attraverso cuffie e auricolari. In programma nel primo concerto due sinfonie di Schubert, la n. 3 e l’Incompiuta; nel secondo, brani del repertorio sinfonico italiano del tardo Ottocento, il Notturno di Giuseppe Martucci e il Preludio sinfonico di Giacomo Puccini, oltre a pagine di Giuseppe Verdi: le Sinfonie di Nabucco, La forza del destino e I vespri siciliani e i Ballabili del Macbeth. Abbiamo rivolto alcune domande in proposito al sovrintendente del Festival Antonio De Rosa.
Antonio De Rosa, per il pubblico questi due concerti sono una bella sorpresa. Con quale spirito avete deciso di realizzarli?
“Le nostre due finalità più importanti sono raggiungere il pubblico e nello stesso tempo dar lavoro agli artisti. Lo streaming online, che sta diventando una forma di comunicazione indispensabile, in questa fase è l'unico modo per riuscire a raggiungere entrambi gli obiettivi. Gli artisti non vanno abbandonati e non soltanto per assicurare loro un reddito, ma anche per consentire che stiano in relazione con la loro anima artistica: bisogna metterli in grado e in condizione di potersi esprimere, di fare quello per cui vale la pena vivere. Chi ha deciso di imbracciare uno strumento, e di impegnarsi su quello strumento per molti anni e per tante ore al giorno, non può essere lasciato nell’inedia. Abbiamo pensato soprattutto ai nostri giovani artisti, i ragazzi della Cherubini, che hanno un’età media di poco superiore ai vent'anni, e la cosa bella è che hanno risposto tutti alla nostra convocazione, senza timori e senza remore".
Le procedure per la sicurezza sono state e sono molto onerose?
“Gli spostamenti per motivi di lavoro sono concessi e i musicisti, che sono venuti da tutta l’Italia, avevano ciascuno il contratto da esibire alle autorità in caso di controllo. Appena arrivati a Ravenna si sono sottoposti al tampone molecolare, dopodiché hanno passato 48 ore in completo isolamento; quando è stato comunicato l’esito del tampone, negativo per tutti, sono cominciate le prove all’Alighieri. A parte il tempo passato in teatro, i musicisti vivono in isolamento nei loro appartamenti, senza incontri di nessun tipo; sanno bene che la normativa è molto molto severa. Naturalmente usano sempre le mascherine, in palcoscenico viene rispettato il distanziamento e il tampone molecolare viene ripetuto ogni settimana. Voglio però sottolineare il fatto che nessuno di loro ha rinunciato, perché hanno bisogno di suonare e poi stare con Riccardo Muti per loro è un'acquisizione eccezionale, c'è una straordinaria magia che si crea tra il maestro e i suoi ragazzi. Siamo grati a Riccardo Muti perché ha condiviso questa nostra impostazione e ci ha dato la disponibilità per i due programmi, di cui faremo poi un evento mondiale: abbiamo accordi per rilanciare lo streaming sui siti dello Spring Festival di Tokyo e dei quotidiani El País e Rossijskaja Gazeta per il pubblico di lingua spagnola e russa".
È molto difficile parlare ora di programmi per il futuro, ma c’è qualche progetto in corso?
“Sì, il Festival naturalmente sta progettando la prossima edizione e la direzione artistica ci sta lavorando. Vediamo che cosa succede. Abbiamo una scadenza, quella del 31 gennaio, per le domande al Ministero nelle quali bisogna indicare il programma; siamo ancora a novembre e quindi abbiamo un po’ di tempo per vedere l’evolversi della situazione. In ogni caso, nel 2021 un Festival ci sarà certamente, negli spazi all’aperto che abbiamo usato l'anno scorso. Non è ancora il momento di parlare del cartellone, ma io voglio sperare che, anche se ci saranno ancora delle limitazioni come il distanziamento, potrà essere consentita la partecipazione del pubblico. Confido che a giugno saremo in una fase diversa e meno difficile da questo punto di vista".
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna