Cronaca
Arrivata a Porto Corsini la nave Life Support
Oggi, giovedì 21 marzo, con 71 migranti a bordo. Barattoni (Pd): «Sugli sbarchi Ravenna continua l'accoglienza mentre emergono tutti i bluff della destra»
I 71 migranti resteranno in Emilia Romagna e saranno ripartiti tra le varie province secondo il seguente piano: Bologna 16, Forlì Cesena 9, Reggio Emilia 9, Ferrara 5, Modena 11, Parma 7, Piacenza 5, Rimini 5, mentre a Ravenna resteranno i 3 minori di cui due non accompagnati e un adulto maggiorenne fratello di uno dei 3.
I migranti diretti a Bologna (in totale 53) saranno accompagnati con un pullman al centro Mattei per essere poi distribuiti tra tutte le province Emiliane, mentre per Forlì Cesena e Rimini saranno prelevati direttamente al Pala De André.
«Sugli sbarchi Ravenna - commenta il segretario provinciale del Pd Barattoni - continua l'accoglienza mentre emergono tutti i bluff della destra. Nel 2023 sono morte nel Mediterraneo oltre 3.000 persone, un numero più alto del 60 per cento rispetto al 2022. I migranti a bordo delle navi vivono situazioni tragiche tra fame, sete, ustioni e rischio di infezioni.
Nonostante questo il governo continua ad assegnare la nostra città alle navi come porto di sbarco, cosa che allunga il viaggio di parecchi giorni alimentando sofferenze e disagi. E Ravenna, con la sua tradizione di accoglienza e solidarietà le riceve, si fa carico della disumanità cercando di fare del proprio meglio per queste vite distrutte, con una rete di organizzazione consolidata ed efficiente.
Oggi arriveranno 70 uomini e 1 donna, tra loro 3 i minori e cercheremo di gestire le operazioni assicurando assistenza e ospitalità.
È ovvio, però, domandarsi perché le imbarcazioni debbano viaggiare fino a Ravenna, visto che tanti giorni di navigazione sono deleteri per coloro che sono a bordo e già si trovano in condizioni disperate. Mi chiedo se l’esecutivo si ricorda della nostra città solo per queste occasioni. Perché è ormai evidente come il governo, da una parte penalizzi il porto di Ravenna sulle politiche economiche e logistiche, ma dall’altra dirotti sul porto di Ravenna l’ennesima nave, per la nona volta da dicembre del 2022. Perché mettere a serio rischio la vita di così tante persone? Una domanda fatta più volte e a cui non è mai stata data risposta.
In questi giorni leggo dichiarazioni dei candidati sindaci e dei parlamentari dei partiti di destra che propongono di cambiare e liberare dal malgoverno i comuni che vanno al voto. Gli stessi esponenti che pochi mesi fa annunciavano nuove politiche sull’immigrazione che finora hanno portato solo più sbarchi, con arrivi più lontani, oltre a un accordo con l’Albania che ci farà spendere più di 20.000 euro a migrante senza risolvere nessun problema, anzi creandone di nuovi. Un cambiamento sì in questo caso, ma in peggio.
A queste domande la destra ravennate dovrebbe rispondere».
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