Riccardo Muti ha donato la sua bacchetta alla Banda dell’Arma dei Carabinieri | la CRONACA di RAVENNA

Riccardo Muti ha donato la sua bacchetta alla Banda dell’Arma dei Carabinieri

Grande successo per il concerto del 2 luglio al Pala De André, durante il quale il Maestro è intervenuto dirigendo un brano

03 luglio 2023 - «Quando giro il mondo e sono invitato nelle varie ambasciate, le prime persone che incontro sono i carabinieri, che mi danno il senso di casa. Che sia a Tokyo o a Londra o in Argentina, quando li vedo sento la casa e insieme l'orgoglio di ciò che i carabinieri rappresentano». Riccardo Muti, dal palco del Pala De André, domenica 2 luglio ha proclamato il suo amore di lunga data per l’Arma, durante il concerto nel quale è intervenuto.

Una parte del cuore del Maestro, è risaputo, batte anche per le bande; è così fin da quando, da bambino, Muti seguiva le processioni del Venerdì e del Sabato santo a Molfetta, dove abitava con la famiglia. I due amori si sono incontrati felicemente nella serata in cui la Banda dell’Arma dei Carabinieri, diretta dal colonnello Massimo Martinelli, si è esibita nel corso di Ravenna Festival. Per il concerto, la Banda ha rinunciato a ogni compenso, aggiungendosi così al gruppo benemerito degli artisti del Festival che hanno compiuto un analogo gesto, da Anne-Sophie Mutter allo stesso Muti.

«Abbiamo deciso che avremmo affrontato da soli tutti gli oneri economici connessi con la trasferta, perché gli organizzatori potessero devolvere la cifra a favore delle persone che soffrono per le conseguenze dell’alluvione» ha chiarito il generale Maurizio Stefanizzi, da qualche mese al comando dell’Interregionale Carabinieri Vittorio Veneto, che comprende le Legioni dell’Emilia-Romagna e del Veneto. «Non è molto» ha minimizzato il generale «però è fatto con il cuore, con il cuore grande dei carabinieri che, credetemi, non è meno grande quello della gente di Romagna»; ha ricordato inoltre «le immagini, che sono state viste in tutto il mondo, di quei carabinieri che durante l’alluvione stavano nel fango e nella melma a Faenza, che rischiavano la vita, che avevano lasciato colleghi, caserme e famiglie, vivendo grandi difficoltà per stare vicino alla gente».

Nonostante l’angosciosa evidenza della tragedia che ancora porta tanta sofferenza, la musica ha illuminato la serata: in un programma composito e spesso di notevole difficoltà esecutiva, che accostava brani originali per banda e trascrizioni da Beethoven a Hindemith, da Spontini a Respighi a Verdi, da Bellini a John Williams (compreso un ampio brano scritto dal direttore Martinelli in ricordo dell’eroico vice brigadiere Salvo D’Acquisto nell’80° anniversario della morte), la Banda ha mostrato qualità musicali di prim’ordine e una presenza spettacolare, con l’ingresso in platea a tempo di marcia nelle ricche uniformi completate dalle lucerne, i tipici copricapi con l’alto pennacchio bianco e rosso riservato ai musicisti.

La Banda dell’Arma dei Carabinieri è, d’altronde, un’istituzione dalla lunga e gloriosa storia: fondata nel 1862, si è fatta conoscere in tanti paesi del mondo. Formata da 102 strumentisti, tutti laureati nel Conservatori e selezionati attraverso concorsi pubblici, è diretta dal 2000 da Massimo Martinelli, che nel concerto ravennate ne ha con sapienza messo in risalto le doti di precisione, compattezza e comunicativa vitalità, con il contributo di alcuni solisti di rango.

Quando Riccardo Muti è salito sul podio, poi, nell’Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini, la Banda dell’Arma dei Carabinieri si è come trasfigurata: la ricchezza dei colori, la sottigliezza delle dinamiche, la duttilità e la puntualità dei musicisti nella risposta al gesto del direttore hanno concorso a un’esecuzione memorabile, galvanizzante per il foltissimo pubblico, che alla fine è scattato in piedi in una standing ovation accompagnata da applausi entusiastici. Gli spettatori hanno accolto ancora in piedi gli ultimi brani in programma: la marcia d’ordinanza dell’Arma La fedelissima, composta da Luigi Cirenei, Il canto degli italiani, il nostro inno nazionale con il testo di Mameli messo in musica da Michele Novaro, e infine il bis, dalla celeberrima Leggenda del Piave di E.A. Mario.

Per dirigere questi ultimi brani, di storica e simbolica importanza, Martinelli ha usato una bacchetta molto speciale: quella di Riccardo Muti, che ne ha fatto omaggio a lui per tutti i musicisti della Banda. «Questa bacchetta ha girato tutto il mondo, ha diretto tante orchestre come le Filarmoniche di Vienna e di Berlino e l’Orchestra di Chicago» ha ricordato Muti, che a sua volta ha ricevuto dall’Arma una statuetta in cristallo raffigurante un ufficiale dei carabinieri in grande uniforme; tra parole di apprezzamento e di affetto, il Maestro ha offerto poi un ulteriore dono alla Banda, dichiarando la sua disponibilità per nuove collaborazioni.
Patrizia Luppi


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