Dante2021. Il Poeta, moderno e indispensabile. INTERVISTA a Guido Tonelli | la CRONACA di RAVENNA

Dante2021. Il Poeta, moderno e indispensabile. INTERVISTA a Guido Tonelli

Mercoledì 8 settembre alle 17.15, ai Chiostri Francescani, interviene al Festival il fisico di fama mondiale, tra gli scopritori del bosone di Higgs

08 settembre 2021 - Il Festival Dante2021 ritorna a parlare di scienza, oggi mercoledì 8 settembre alle 17.15 presso gli Antichi Chiostri Francescani, con Guido Tonelli, fisico al Cern di Ginevra e professore all’Università di Pisa.
Scienziato di fama mondiale, Tonelli è stato tra i maggiori artefici della scoperta del bosone di Higgs nell’esperimento Cms del Cern.
Per questa e altre conquiste scientifiche è stato definito “l’ultimo esempio di una tradizione di eccellenza che è cominciata con Galileo Galilei per passare attraverso scienziati come Enrico Fermi, Bruno Pontecorvo e Carlo Rubbia” nelle motivazioni per il conferimento, nel 2014, della Medaglia d’onore del presidente della Repubblica.
Già due anni prima era stato nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Di grande rilievo, tra gli altri riconoscimenti, il premio internazionale Fundamental Physics Prize e il premio Enrico Fermi della Società Italiana di Fisica.
A Guido Tonelli, che ama profondamente Dante e ha volentieri accettato di intervenire al Festival per l’incontro dal titolo “Dante con gli occhi di uno scienziato di oggi”, abbiamo rivolto qualche domanda.


Guido Tonelli, che cosa rappresenta Dante per lei? Che cosa la colpisce nella sua opera, in particolare nella Divina Commedia?
“Dante è un autore che che amo, che ho sempre amato e che riscopro continuamente. Mi intriga il fatto che quando rileggo qualcosa di suo, o perché decido di farlo o perché mi capita incidentalmente, trovo sempre degli aspetti che mi erano sfuggiti. La Commedia in particolare è di una tale ricchezza, è come se io riscoprissi ogni volta qualcosa di nuovo in un autore sul quale apparentemente è stato detto tutto, ma in realtà ci sono ancora moltissime cose da dire.
Molti critici, anche scienziati, cercano di vedere in Dante qualcosa della scienza e della cosmologia moderna: in alcuni versi della Divina Commedia trovano delle attinenze con la fisica non euclidea, con la relatività generale. Io lo trovo un po’ forzato.
Dante ha molto da dirci quando lo prendiamo per quello che è, un autore che costruisce in versi meravigliosi, con la potenza del linguaggio dell'immagine, la visione del mondo della sua epoca. Già questa è una cosa da far tremare le vene dei polsi, un poeta che dice: ora io vi racconto in poesia tutto quello che sappiamo di tutto, del mondo, dell'umanità, dell'universo, del passato e del presente, delle relazioni fra gli uomini. Lo trovo incredibilmente moderno e credo che avremmo ancora bisogno oggi di qualcuno che tentasse imprese di questo tipo”.

Per la dinamica dei rapporti tra visione del mondo e regole nella convivenza?
“La visione del mondo ha sempre condizionato l'umanità. Nel momento in cui tu metti ordine all'esterno, cioè costruisci la tua idea di come è nato l'universo, di come funzionano i cieli e le stelle, di come si è sviluppata l'umanità, in quello stesso momento su quelle basi metti ordine all'interno. Le società, e la città di Dante era emblematica da questo punto di vista, costruiscono rapporti sociali, regole, convenzioni tra gli umani sulla base della visione del mondo esterno.
C'è un legame fra le regole che ci diamo nella convivenza e la visione del mondo. E questo è vero ancora oggi: le nostre relazioni fra umani sono in qualche modo dipendenti dalla nostra concezione del mondo; quando questa concezione cambia, e qui entra in gioco la scienza che con i suoi progressi la muta, in quel momento cambiano anche in qualche modo le nostre relazioni”.

Su quali altri aspetti si sofferma il suo sguardo di scienziato?
“Mi ha sempre colpito il modo in cui Dante affronta la rappresentazione del Paradiso. Deve descrivere Dio, deve descrivere l'indescrivibile e lo deve fare in poesia, usando immagini per farsi capire. Qual è la materia che usa? La luce. Ecco, questa, a me scienziato, è un'altra delle cose che fanno venire la pelle d'oca.
È come se avessimo chiuso un cerchio: la scienza moderna ha ricostruito la sua idea della genesi e dell'origine del cosmo studiando la luce, la luce fossile, la luce che ci ha raccontato il Big Bang, analizzandola in tutti i dettagli; abbiamo trovato che siamo circondati da questa luce tenue e sottile e avendone studiato le caratteristiche siamo riusciti ad andare indietro nel tempo e a capire cosa è avvenuto 13,8 miliardi di anni fa. È come se noi, oggi, indicando la luce come strumento per la comprensione ritrovassimo quello che ha scritto Dante nel Paradiso. Queste, certo, sono suggestioni di un uomo moderno, ma sono suggestioni potenti e per me anche emotivamente molto forti”.

Nel bagaglio di un uomo di scienza interessato sia alla storia sia all'attualità della ricerca scientifica, la Divina Commedia è qualcosa da cui non si può prescindere?
“Deve esserci nel bagaglio di uno scienziato, non c'è dubbio. Tra l'altro, quando sono stato a capo dell'esperimento Cms, al quale partecipano più di tremila scienziati da cinquanta Paesi del mondo che parlano e discutono in inglese, nei casi in cui dovevo indicare i problemi, le priorità oppure qualche rogna da risolvere mi piccavo sempre di inserire una citazione in italiano di Dante. Per due motivi: primo perché mi piaceva far risuonare l'italiano, la bella lingua di Dante, in quelle mura piuttosto tecniche e fredde, e poi perché Dante è come Shakespeare, come Omero, è qualcosa che nessun essere umano degno di questo nome può ignorare.
Penso che Dante sia indispensabile. Non è solo qualcosa che ci arricchisce e che ci fa capire l'animo umano nelle sue profondità, come i grandi della letteratura sanno fare, ma qualcosa che dà strumenti per l'oggi. Non è prezioso solo per la cultura, ma proprio per la vita di ciascuno di noi. Pensiamo agli insegnamenti di vita che si trovano nella Commedia, in positivo e in negativo; l’idea che la vita è una cosa seria, in cui gli errori si pagano duramente, in cui ci vuole senso di responsabilità, in cui non hai spesso un'altra chance, in cui anche con le migliori intenzioni puoi produrre dei danni. Ritengo la sua visione una specie di formazione indispensabile per tutti. Io Dante lo farei studiare a memoria”.

Patrizia Luppi


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