Cambiamento climatico e sopravvivenza delle lagune costiere | la CRONACA di RAVENNA

Cambiamento climatico e sopravvivenza delle lagune costiere

«Siamo i primi in Italia a doverci confrontare con la complessità di un territorio  fragile, ricco di biodiversità, che ha da sempre convissuto con le aspettative della società civile e con le diverse attività produttive»

13 aprile 2024 - Qual è lo stato della nostra laguna costiera? Unanime il giudizio: un ambiente in continua evoluzione, molto fragile, a cui il cambiamento climatico rischia di dare un duro colpo.
È quello che è emerso venerdì 12 aprile alla presentazione del libro “Le lagune costiere dell’Alto Adriatico”, curato dal Col. Giovanni Nobili del Reparto Carabinieri Biodiversità di Punta Marina realizzato con i fondi comunitari LIFE e grazie al contributo di ricercatori e tecnici delle Università di Bologna, Ferrara, dell'Ispra, della Regione e del Comune di Ravenna.

All'incontro sono intervenuti il prefetto Castrese De Rosa e l’assessore
comunale Giacomo Costantini che ha annunciato la costituzione, nel maggio prossimo, di un “tavolo per le valli e le pinete” che coinvolgerà tutti i soggetti che, a vario titolo, operano su quei territori.
Ha ricordato, inoltre, gli investimenti PNNR destinati alla Pialassa Baiona e ha sostenuto che «è necessario che le istituzioni, tutta la società civile e il volontariato, promotori dell’evento di oggi anche il Fai e Slow Food Ravenna, trattandosi di territorio in cui insistono molte attività, se ne prendano cura facendosi carico di un patrimonio naturalistico irrinunciabile per noi e per le generazioni future».

Per la professoressa Veronica Rossi, Università di Bologna, «è necessario un approccio  multidisciplinare a proposito della Sacca di Bellocchio che è stata oggetto di un monitoraggio per capire quale è lo stato delle acque e della biodiversità ancora presente».

Altri interventi, come quello del professor Nicola Merloni, hanno riguardato la vegetazione alofila della stessa Sacca mentre Fabrizio Borghesi si è soffermato sull’importanza delle zone umide salmastre costiere per l’avifauna. Roberto Montanari della Regione ha parlato delle prospettive gestionali delle linea di costa dell’Ancona di Bellocchio e dello Scanno di Goro.

Cristina Munari, Università di Ferrara, ha parlato delle specie aliene che rappresentano una minaccia alla biodiversità nelle acque di transizione del Delta del Po. Granchio blu, ma anche molte altre, che sono arrivate con le acque di zavorra, con le plastiche e anche con l’acquacoltura. Specie che il cambiamento climatico ha favorito sacrificandone altre.
Hanno chiuso i lavori la presidente del Parco regionale del Delta del Po, Aida Morelli, e l'assessore regionale Andrea Corsini.



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