Cronaca
Stanchezza, tachicardia, fatica a respirare: i sintomi post Covid che durano mesi. INTERVISTA
L'analisi del professor Venerino Poletti, pneumologo e direttore del Dipartimento Malattie dell’Apparato Respiratorio e del Torace dell’Ausl di Romagna
Se già è difficile convivere con l’idea di ammalarsi di Covid-19, evento assai frequente con la recente variante Omicron, ancor più complicato è immaginarsi che certi sintomi possano durare nel tempo.
Il cosiddetto long-Covid è però una realtà solo in alcuni casi. Quelli in cui i pazienti, pur essendo guariti, continuano a manifestare disturbi più o meno importanti che impediscono il ritorno a una vita normale.
A parlarne è il professor Venerino Poletti, pneumologo e direttore del Dipartimento Malattie dell’Apparato Respiratorio e del Torace dell’Ausl di Romagna, docente universitario. «Nella maggioranza dei casi l’infezione da Sars-CoV-2 è asintomatica o poco sintomatica. Tuttavia, soprattutto per le persone anziane, in quelle obese e diabetiche, può manifestarsi con un quadro clinico anche grave e letale. Ed è sempre in questo gruppo di persone che, con maggiore probabilità, i sintomi possono persistere a lungo, anche dopo la guarigione microbiologica.
In circa il 50-60% dei casi, chi si ammala in modo importante, avverte sintomi quali la stanchezza, la fatica a respirare, la tachicardia, la febbricola o la difficoltà a concentrarsi, a due mesi dalle dimissioni dall’ospedale. Questa percentuale si riduce, ma resta comunque alta, attorno al 40%, dopo che sono trascorsi sei mesi».
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