Università
Biologia marina 1/ «Riconnettersi alla natura, studiando il mare»
Inaugurato questa mattina l'anno accademico 2021-2022 della laurea magistrale fiore all'occhiello del Campus di Ravenna
27 ottobre 2021 - Riconnettersi alla natura, come insegnano la pandemia sanitaria e la transizione ecologica, con la preparazione scientifica adeguata iscrivendosi alla laurea magistrale in Biologia marina del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell'Università di Bologna nel Campus di Ravenna.
40 studenti lo scorso anno e probabilmente altrettanti nell’anno accademico che è stato inaugurato questa mattina; non è a numero chiuso, ma vengono valutate le competenze con l’eventualità che sia necessario recuperare qualche debito.
Il corso ha una forte connotazione pratica, i ragazzi lavorano in laboratorio e sul campo, in Italia e all'estero, in mare, nelle zone portuali e in quelle lagunari e ha al suo attivo importanti collaborazioni con enti e istituzioni pubbliche e private.
«Il mare - commenta il professor Massimo Ponti, neoeletto coordinatore del corso a partire dall’1 novembre - è uno degli ambienti più importanti da questo punto di vista perché condiziona il clima del pianeta e fornisce enormi risorse a tutte le popolazioni, soprattutto quelle che vivono sulla costa che sono la maggioranza nel nostro Paese».
«Da questo punto di vista – aggiunge - Biologia marina di Ravenna offre agli studenti prima di tutto l'opportunità di imparare a conoscere l'ambiente, le sue risorse, le sue dinamiche e la loro evoluzione e questo li pone al centro di quella che è sicuramente la transizione ecologica a cui siamo chiamati nei prossimi anni».
Questa mattina a dare il benvenuto alle matricole, riunite nel blocco aule di via Sant’Alberto, è stata la coordinatrice del corso Rossella Pistocchi che, insieme agli altri docenti del corso di studi, ha accolto i nuovi studenti con una giornata dedicata a loro. «È una consuetudine che viene mantenuta nel tempo perché ci teniamo a farli sentire parte di una comunità che percorrerà un tratto di strada insieme lavorando fianco a fianco. Lo stesso avviene nell’esperienza pratica della cinque giorni che si svolge ogni anno in giugno, con campionamenti in mare e relativa elaborazione, ma è un aspetto che caratterizza anche la maggior parte degli insegnamenti».
«Nei quattordici anni dall’avvio – ha spiegato la docente - il corso si è continuamente evoluto cercando di andare incontro agli interessi variegati di coloro che si iscrivono, interessi che includono sempre di più gli aspetti relativi al cambiamento climatico e quelli volti al contrasto delle conseguenze dell’inquinamento.
Pertanto, da quest’anno, sono stati introdotti nuovi corsi sul monitoraggio e sull’inquinamento chimico; inoltre, mentre per diversi anni gli studenti al secondo anno erano chiamati a scegliere tra due diversi percorsi, ora la scelta degli argomenti da approfondire è meno rigida in quanto è possibile definire percorsi personalizzati che riguardano le biotecnologie marine, la pesca oppure la protezione e conservazione dell’ambiente marino. Questi argomenti vengono tutti sviluppati dai docenti del Campus anche a livello di ricerca in modo che gli studenti possono giovarsi di queste competenze per compiere la propria crescita personale già durante la tesi di laurea».
Dopo l’introduzione della coordinatrice e i saluti delle presidenti di Campus Elena Fabbri e di Fondazione Flaminia Mirella Falconi, la giornata inaugurale è proseguita con l’illustrazione delle ricerche attive sul territorio ravennate.
La prof.ssa Nadia Pinardi ha illustrato i contenuti del programma Onu 'Coast Predict', attivato nell’ambito della Decade degli Oceani appena iniziata e di cui è coordinatrice internazionale; sono stati descritti tre progetti (interreg come Cascade e Prizefish, e Tao progetto Por Fesr gestito dal Ciri Frame) finanziati con fondi europei e gestiti dal Centro Interdipartimentale per le Scienze Ambientali del Campus di Ravenna, progetti a cui partecipano diversi docenti di Biologia marina o di cui sono coordinatori.
Infine, come di consueto, è stata presentata ai nuovi iscritti l’esperienza di successo di un ex laureato: quest’anno Adriano Pinna ha illustrato il suo percorso di studi e l’attività lavorativa presso la Micoperi blue Growth, pioniera nella coltivazione industriale di microalghe.
© copyright la Cronaca di Ravenna
40 studenti lo scorso anno e probabilmente altrettanti nell’anno accademico che è stato inaugurato questa mattina; non è a numero chiuso, ma vengono valutate le competenze con l’eventualità che sia necessario recuperare qualche debito.
Il corso ha una forte connotazione pratica, i ragazzi lavorano in laboratorio e sul campo, in Italia e all'estero, in mare, nelle zone portuali e in quelle lagunari e ha al suo attivo importanti collaborazioni con enti e istituzioni pubbliche e private.
«Il mare - commenta il professor Massimo Ponti, neoeletto coordinatore del corso a partire dall’1 novembre - è uno degli ambienti più importanti da questo punto di vista perché condiziona il clima del pianeta e fornisce enormi risorse a tutte le popolazioni, soprattutto quelle che vivono sulla costa che sono la maggioranza nel nostro Paese».
«Da questo punto di vista – aggiunge - Biologia marina di Ravenna offre agli studenti prima di tutto l'opportunità di imparare a conoscere l'ambiente, le sue risorse, le sue dinamiche e la loro evoluzione e questo li pone al centro di quella che è sicuramente la transizione ecologica a cui siamo chiamati nei prossimi anni».
Questa mattina a dare il benvenuto alle matricole, riunite nel blocco aule di via Sant’Alberto, è stata la coordinatrice del corso Rossella Pistocchi che, insieme agli altri docenti del corso di studi, ha accolto i nuovi studenti con una giornata dedicata a loro. «È una consuetudine che viene mantenuta nel tempo perché ci teniamo a farli sentire parte di una comunità che percorrerà un tratto di strada insieme lavorando fianco a fianco. Lo stesso avviene nell’esperienza pratica della cinque giorni che si svolge ogni anno in giugno, con campionamenti in mare e relativa elaborazione, ma è un aspetto che caratterizza anche la maggior parte degli insegnamenti».
«Nei quattordici anni dall’avvio – ha spiegato la docente - il corso si è continuamente evoluto cercando di andare incontro agli interessi variegati di coloro che si iscrivono, interessi che includono sempre di più gli aspetti relativi al cambiamento climatico e quelli volti al contrasto delle conseguenze dell’inquinamento.
Pertanto, da quest’anno, sono stati introdotti nuovi corsi sul monitoraggio e sull’inquinamento chimico; inoltre, mentre per diversi anni gli studenti al secondo anno erano chiamati a scegliere tra due diversi percorsi, ora la scelta degli argomenti da approfondire è meno rigida in quanto è possibile definire percorsi personalizzati che riguardano le biotecnologie marine, la pesca oppure la protezione e conservazione dell’ambiente marino. Questi argomenti vengono tutti sviluppati dai docenti del Campus anche a livello di ricerca in modo che gli studenti possono giovarsi di queste competenze per compiere la propria crescita personale già durante la tesi di laurea».
Dopo l’introduzione della coordinatrice e i saluti delle presidenti di Campus Elena Fabbri e di Fondazione Flaminia Mirella Falconi, la giornata inaugurale è proseguita con l’illustrazione delle ricerche attive sul territorio ravennate.
La prof.ssa Nadia Pinardi ha illustrato i contenuti del programma Onu 'Coast Predict', attivato nell’ambito della Decade degli Oceani appena iniziata e di cui è coordinatrice internazionale; sono stati descritti tre progetti (interreg come Cascade e Prizefish, e Tao progetto Por Fesr gestito dal Ciri Frame) finanziati con fondi europei e gestiti dal Centro Interdipartimentale per le Scienze Ambientali del Campus di Ravenna, progetti a cui partecipano diversi docenti di Biologia marina o di cui sono coordinatori.
Infine, come di consueto, è stata presentata ai nuovi iscritti l’esperienza di successo di un ex laureato: quest’anno Adriano Pinna ha illustrato il suo percorso di studi e l’attività lavorativa presso la Micoperi blue Growth, pioniera nella coltivazione industriale di microalghe.
© copyright la Cronaca di Ravenna