Politica
Insetti cadaverici in un condominio di via Fiume. Ancisi: «Dopo 5 mesi dalla morte dell'inquilino, ancora nessuna disinfestazione»
«L'appartamento è dissequestrato da un mese e mezzo, perché Acer non ha ancora provveduto?»
16 ottobre 2021 - Il problema del condominio di via Fiume 32 infestato da insetti cadaverici torna a essere posto da Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna - Polo civico popolare).
Lo scorso 21 giugno, ricorda Ancisi, «in quel condominio di alloggi popolari un 55enne nordafricano fu ritrovato morto nel proprio appartamento in una pozza di sangue. I parenti, allarmati perché non riuscivano a contattarlo, decisero di entrare nell'alloggio passando da una finestra, constatando come il corpo dell'uomo fosse in stato avanzato di decomposizione. È convinzione nel condominio che la morte violenta sia avvenuta 12 giorni prima. La magistratura dispose un'autopsia per risalirne alle cause, ponendo sotto sequestro l'appartamento».
«Passati tre mesi, l'alloggio era ancora sotto sequestro, ma, essendone rimasta aperta la finestra, ne uscivano, spandendosi nelle altre abitazioni e nelle parti comuni, numerosi insetti cadaverici di varia specie, ponendo rischio di infezioni (una signora ne era stata punta, quella del piano di sopra se li era trovati sul letto). I rimedi adottati, tenere le finestre chiuse e nebulizzare le stanze con dosi massicce di flit, non erano certo salutari.
La situazione era stata fatta presente in primis ad Acer, l'azienda che gestisce le case popolari del Comune di Ravenna, chiedendo la disinfestazione dell'appartamento dove era morto il 55enne, vietata finché sotto sequestro, ma possibile negli appartamenti e negli spazi comuni circostanti, con intervento da richiedere ad Azimut, la società comunale che gestisce questo servizio. Ci si era poi rivolti alla Procura della Repubblica, chiedendo di accelerare il dissequestro dell'appartamento in questione. Tutto inutile».
«Il condominio, composto di 16 appartamenti, di cui 12 di proprietà del Comune di Ravenna in gestione ad Acer, è abitato in buona parte da persone anziane, anche sole e con fragilità notevoli, tra cui una 88enne che vive sola, impedita a camminare per un'infezione a una gamba. Di qui la richiesta pressante rivolta a Lista per Ravenna dai condomini di interpellare il sindaco, come abbiamo fatto il 21 agosto, affinché intervenisse, per propria competenza trattandosi di sanità pubblica, per porre rimedio alla situazione».
«La risposta, dataci dalla direttrice di Acer, si riassume nel fatto che, dovendo procedere al ripristino dell'alloggio e alla sua sanificazione, Acer aveva presentato istanza di dissequestro, che la Procura di Ravenna ha effettuato il 2 settembre, dunque, nel giro di pochi giorni dall'interrogazione. Il giorno stesso, Acer - scritto dalla direttrice - ha incaricato la propria impresa appaltatrice di procedere con lo sgombero, previo sopralluogo con gli eredi del defunto (doveroso per prendere in consegna i beni) e, successivamente, con i lavori».
«Fatto sta che, alla data di oggi, - sottolinea Ancisi - dopo quasi cinque mesi dal ritrovamento dell'inquilino deceduto e di un mese e mezzo dal dissequestro del suo appartamento, la disinfestazione dell'immobile non è ancora avvenuta, si può immaginare con quanto sconcerto e prostrazione delle famiglie che vi abitano.
Sembrando incredibile tanto prolungato disservizio a danno dell'igiene pubblica, questa nuova interrogazione ne chiede dunque ragione al sindaco, confidando che si riesca finalmente, con tutta urgenza, a risolverlo».
© copyright la Cronaca di Ravenna
Lo scorso 21 giugno, ricorda Ancisi, «in quel condominio di alloggi popolari un 55enne nordafricano fu ritrovato morto nel proprio appartamento in una pozza di sangue. I parenti, allarmati perché non riuscivano a contattarlo, decisero di entrare nell'alloggio passando da una finestra, constatando come il corpo dell'uomo fosse in stato avanzato di decomposizione. È convinzione nel condominio che la morte violenta sia avvenuta 12 giorni prima. La magistratura dispose un'autopsia per risalirne alle cause, ponendo sotto sequestro l'appartamento».
«Passati tre mesi, l'alloggio era ancora sotto sequestro, ma, essendone rimasta aperta la finestra, ne uscivano, spandendosi nelle altre abitazioni e nelle parti comuni, numerosi insetti cadaverici di varia specie, ponendo rischio di infezioni (una signora ne era stata punta, quella del piano di sopra se li era trovati sul letto). I rimedi adottati, tenere le finestre chiuse e nebulizzare le stanze con dosi massicce di flit, non erano certo salutari.
La situazione era stata fatta presente in primis ad Acer, l'azienda che gestisce le case popolari del Comune di Ravenna, chiedendo la disinfestazione dell'appartamento dove era morto il 55enne, vietata finché sotto sequestro, ma possibile negli appartamenti e negli spazi comuni circostanti, con intervento da richiedere ad Azimut, la società comunale che gestisce questo servizio. Ci si era poi rivolti alla Procura della Repubblica, chiedendo di accelerare il dissequestro dell'appartamento in questione. Tutto inutile».
«Il condominio, composto di 16 appartamenti, di cui 12 di proprietà del Comune di Ravenna in gestione ad Acer, è abitato in buona parte da persone anziane, anche sole e con fragilità notevoli, tra cui una 88enne che vive sola, impedita a camminare per un'infezione a una gamba. Di qui la richiesta pressante rivolta a Lista per Ravenna dai condomini di interpellare il sindaco, come abbiamo fatto il 21 agosto, affinché intervenisse, per propria competenza trattandosi di sanità pubblica, per porre rimedio alla situazione».
«La risposta, dataci dalla direttrice di Acer, si riassume nel fatto che, dovendo procedere al ripristino dell'alloggio e alla sua sanificazione, Acer aveva presentato istanza di dissequestro, che la Procura di Ravenna ha effettuato il 2 settembre, dunque, nel giro di pochi giorni dall'interrogazione. Il giorno stesso, Acer - scritto dalla direttrice - ha incaricato la propria impresa appaltatrice di procedere con lo sgombero, previo sopralluogo con gli eredi del defunto (doveroso per prendere in consegna i beni) e, successivamente, con i lavori».
«Fatto sta che, alla data di oggi, - sottolinea Ancisi - dopo quasi cinque mesi dal ritrovamento dell'inquilino deceduto e di un mese e mezzo dal dissequestro del suo appartamento, la disinfestazione dell'immobile non è ancora avvenuta, si può immaginare con quanto sconcerto e prostrazione delle famiglie che vi abitano.
Sembrando incredibile tanto prolungato disservizio a danno dell'igiene pubblica, questa nuova interrogazione ne chiede dunque ragione al sindaco, confidando che si riesca finalmente, con tutta urgenza, a risolverlo».
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