Una ‘tac’ per carpire gli enigmi del Mausoleo di Teodorico | la CRONACA di RAVENNA

Una ‘tac’ per carpire gli enigmi del Mausoleo di Teodorico

Se ne parla venerdì 24 settembre in un incontro e in una visita guidata al monumento, nell’ambito della “Notte europea dei ricercatori”

24 settembre 2021 - Riflettori accesi sui tanti misteri del mausoleo di Teodorico, in occasione dell’edizione 2021 della “Notte europea dei ricercatori – Society” che ha per tema “Rinascimento”, in programma venerdì 24 settembre a Ravenna e altre località della provincia.

Due gli appuntamenti da non perdere per gli appassionati e i curiosi del monumento che rende omaggio al noto re ostrogoto: un incontro in presenza alle 18 a Palazzo Corradini di Ravenna, che sarà trasmesso anche in diretta sulla piattaforma Teams, e un tour guidato di un’ora alle 20.

L’incontro sarà l’occasione per fare il punto sugli studi, da quelli del passato sino ai più recenti, e per confrontarsi sulle possibili valorizzazioni. La direttrice del mausoleo Sandra Manara parlerà del nuovo assetto e dell’illuminazione che è stata completamente riprogettata, mentre Valter Piazza offrirà utili spunti in materia di tutela e sviluppo richiamando inoltre i punti salienti del suo libro ‘Il mausoleo di Teodorico. Non solo sassi. Un singolare percorso dentro al cuore degli Ostrogoti’ uscito nel 2020.
Poi diversi professori-ricercatori dell’Università di Bologna si interrogheranno su come proseguire gli studi, per conoscere ancora meglio il monumento.

Fra questi, ci sarà Luca Guardigli del Dipartimento di Architettura che condurrà la visita guidata. «Molteplici gli enigmi ancora irrisolti sul mausoleo – racconta –. Anzitutto non si conosce la data esatta di costruzione, probabilmente intorno al 526 dopo Cristo, anno della morte di Teodorico. Non si sa poi chi siano i costruttori, ma solo che vi lavorarono alcune maestranza provenienti dalla Siria e dall’Armenia, paesi in cui già esistevano esempi di costruzioni in pietra.
Non sono mai stati trovati documenti, si narra che sia stato manomesso, interrato, poi dissotterrato, qualcuno dice che assomigli a un Ufo.

Costruito con l’uso di una pietra proveniente dalle cave della Dalmazia, l’aspetto più interessante è certamente rappresentato dal monolite che lo ricopre, dall’incredibile peso di 300 chili. Si tratta della più grande pietra unica mai usata al mondo per qualsiasi monumento. Neanche la cupola del Pantheon a Roma, che un po’ la richiama, ha queste dimensioni».

Inevitabile è domandarsi: come è stato trasportato questo monolite? Anche qui non si sono risposte esaustive, alcuni dicono via mare altri attraverso la laguna interna e i vari canali come quello Augusteo. Non facile poi, per l’epoca, era immaginarsi il suo sollevamento.
«Al riguardo – aggiunge il professor Guardigli –, è interessante notare che di recente è stata portata alla luce una rampa orientata verso occidente, da scavare ulteriormente, che potrebbe essere servita per il trasporto e la costruzione».

Durante l’incontro e la visita si parlerà anche del rilievo digitale con laser scanner realizzato due anni fa da Luca Cipriani e Filippo Fantini che è una sorta di clone, altrimenti detto “digital twin” (ndr, gemello digitale) del mausoleo.

«Questa “tac” del monumento – aggiunge Guardigli – potrebbe consentire di ottenere nuove informazioni sulla geometria, le proporzioni, l’andamento della luce e altri dettagli sempre più precisi. Chissà che, attraverso appositi calcoli, non si riesca a scoprire anche l’origine della lesione del monolite che in tanti attribuiscono a un fulmine».
Infine, Guardigli, a nome dei ricercatori, lancia un’idea per valorizzare e far vivere di più il monumento, che “è sfortunato perché non collegato agli altri, isolato, spoglio, con la ferrovia vicino”. «Si potrebbe copiare ciò che si sta facendo a Paestum – conclude –. Dopo aver effettuato una mappatura, un’idea suggestiva è quella di proiettare di notte l’immagine digitale sul monumento stesso, in modo da far vedere al pubblico una simulazione di montaggio e smontaggio.
Sotto il profilo degli studi, invece, si potrebbe pensare a un progetto-ponte che coinvolga diversi paesi visto che il mausoleo è interessante proprio perché frutto di varie culture costruttive».
r.b.


Foto: una immagine del Mausoleo attraverso la fotogrammetria non convenzionale di ultima generazione (Silvia Bertacchi)



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