Politica
Ancisi e i documenti sottratti: "La verità è sicuramente tracciata"
Lista per Ravenna: "Non siamo e non abbiamo talpe"
05 maggio 2021 - Sulla vicenda dei due dipendenti indagati per accesso abusivo a sistema informatico, portata alla ribalta dal Carlino, interviene il capogruppo di Lista per Ravenna.
"Qualcosa circolava da giorni negli ambienti comunali delle Infrastrutture civili, anche con più particolari - dice Ancisi - giacché la Polizia Locale, delegata dal Pubblico Ministero a compiere le indagini, si era recata a svolgerle anche al loro interno".
I documenti sottratti dal computer di casa di uno degli indagati, al dirigente dell'Edilizia, riguardano un progetto edilizio giunto alla ribalta della cronaca per due volte.
"Ci sarebbe solo da esprimere la certezza, sapendo come lavora, che la Polizia Locale compirà tutti gli approfondimenti utili a chiarire l'andamento dei fatti e le relative eventuali responsabilità, anche perché, in questi casi, all'accertamento dei fatti penali consegue la contestazione degli addebiti disciplinari da parte dell'amministrazione comunale" scrive Ancisi.
Il consigliere di Lista per Ravenna chiarisce che "un consigliere comunale può richiedere copia di un documento al funzionario che lo detiene solo se possiede preventiva legittima informazione che esso esista, sia pervenuto all'amministrazione e a quale dirigente, non essendo ammesse, per giurisprudenza copiosa e continua, richieste generiche o imprecisate. Ne deriva che il 'contesto' di cui si è letto lascia chiaramente intendere come l'andamento delle indagini sia orientabile automaticamente all'accertamento dell'altro eventuale reato, stavolta contro la pubblica amministrazione, definito dal codice penale come 'corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio', punito con la reclusione da sei a dieci anni".
In effetti, il progetto edilizio naufragato "corrisponde manifestamente a quello combattuto da Lista per Ravenna con due petizioni di larghissimo riscontro popolare, anche se la sua seconda zona di collocazione è ulteriormente e definitivamente 'caduta' a seguito delle "valutazioni di un ente tecnico", in sede del "parere tecnico" e "successive controdeduzioni" di cui sopra, corrispondenti ai due documenti presuntivamente trafugati.
Anche su questi ovviamente "Lista per Ravenna ha scritto, oltreché altri, ma solo e come sempre alla luce del sole e con la consueta massima correttezza, tanto da escludere categoricamente di avere avuto rapporti o contatti di alcun genere, per lo meno da molti anni, con chi possa, nome e cognome, avere trafugato ed eventualmente trasferito a terzi quei documenti".
Conclude Ancisi: "Non siamo e non abbiamo talpe. In Comune lo sanno e ce lo riconoscono tutti, personale, dirigenti e amministratori. Si preoccupano altri. La verità è sicuramente tracciata".
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Qualcosa circolava da giorni negli ambienti comunali delle Infrastrutture civili, anche con più particolari - dice Ancisi - giacché la Polizia Locale, delegata dal Pubblico Ministero a compiere le indagini, si era recata a svolgerle anche al loro interno".
I documenti sottratti dal computer di casa di uno degli indagati, al dirigente dell'Edilizia, riguardano un progetto edilizio giunto alla ribalta della cronaca per due volte.
"Ci sarebbe solo da esprimere la certezza, sapendo come lavora, che la Polizia Locale compirà tutti gli approfondimenti utili a chiarire l'andamento dei fatti e le relative eventuali responsabilità, anche perché, in questi casi, all'accertamento dei fatti penali consegue la contestazione degli addebiti disciplinari da parte dell'amministrazione comunale" scrive Ancisi.
Il consigliere di Lista per Ravenna chiarisce che "un consigliere comunale può richiedere copia di un documento al funzionario che lo detiene solo se possiede preventiva legittima informazione che esso esista, sia pervenuto all'amministrazione e a quale dirigente, non essendo ammesse, per giurisprudenza copiosa e continua, richieste generiche o imprecisate. Ne deriva che il 'contesto' di cui si è letto lascia chiaramente intendere come l'andamento delle indagini sia orientabile automaticamente all'accertamento dell'altro eventuale reato, stavolta contro la pubblica amministrazione, definito dal codice penale come 'corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio', punito con la reclusione da sei a dieci anni".
In effetti, il progetto edilizio naufragato "corrisponde manifestamente a quello combattuto da Lista per Ravenna con due petizioni di larghissimo riscontro popolare, anche se la sua seconda zona di collocazione è ulteriormente e definitivamente 'caduta' a seguito delle "valutazioni di un ente tecnico", in sede del "parere tecnico" e "successive controdeduzioni" di cui sopra, corrispondenti ai due documenti presuntivamente trafugati.
Anche su questi ovviamente "Lista per Ravenna ha scritto, oltreché altri, ma solo e come sempre alla luce del sole e con la consueta massima correttezza, tanto da escludere categoricamente di avere avuto rapporti o contatti di alcun genere, per lo meno da molti anni, con chi possa, nome e cognome, avere trafugato ed eventualmente trasferito a terzi quei documenti".
Conclude Ancisi: "Non siamo e non abbiamo talpe. In Comune lo sanno e ce lo riconoscono tutti, personale, dirigenti e amministratori. Si preoccupano altri. La verità è sicuramente tracciata".
© copyright la Cronaca di Ravenna