La Regione: "Subito un decreto legge per aiutare famiglie e imprese colpite dall'alluvione" | la CRONACA di RAVENNA

La Regione: "Subito un decreto legge per aiutare famiglie e imprese colpite dall'alluvione"

Il bilancio dei danni portato all'attenzione del Governo

09 maggio 2023 - Dall’1 al 3 maggio, in Emilia-Romagna “ci siamo misurati con un evento meteo eccezionale che ha colpito maggiormente le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e Modena. Un evento straordinario già per la configurazione meteorologica che l’ha originata e che ad oggi porta a stimare in almeno 1 miliardo di euro i danni. Abbiamo bisogno di strumenti speciali per rispondere alla situazione, non basta più agire per via ordinaria con le ordinanze del passato. È necessario un Decreto-Legge speciale, lo stesso provvedimento che ha visto assegnare alla Regione Marche 400 milioni di euro per l'ultima alluvione”.

Così Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, ha aperto oggi la sua relazione in Assemblea legislativa.

 

“Ogni evento ci consegna un portato importante di riflessione, prima di tutto il cordoglio per la perdita di vite umane: a nome del presidente Bonaccini e dell’intera Giunta regionale- ha proseguito la vicepresidente-, mi stringo alle famiglie delle due vittime che hanno perso la vita a Castel Bolognese e Fontanelice. A loro va tutta la nostra vicinanza, il nostro cordoglio”. “Il pensiero è rivolto anche a chi ha perso i ricordi e il frutto delle fatiche di una vita. Massima attenzione anche ai risvolti sociali ed economici che l’emergenza porta con sé. Tutti insieme dobbiamo sentire il senso della responsabilità collettiva di assumere scelte nell’interesse dei territori, con un impegno comune ai vari livelli istituzionali per accrescere la sicurezza e a ridurre il rischio”.

Un evento straordinario, dunque. E i numeri forniti dalla vicepresidente lo testimoniano: ventitré corsi d’acqua in piena, di cui 14 hanno superato contemporaneamente i livelli d’allarme; 15 rotte di difese spondali, oltre 140 frane in Appennino che si affiancano a dissesti minori. Tutto ciò causato da piogge concentrate e amplificate, soprattutto sulla fascia collinare, e ininterrotte per circa 48 ore: le più intense cadute sull’intero territorio regionale per due giorni consecutivi dal 1997 e le più intense nella stagione primaverile dal 1961, con cumulate che in media si verificano ogni 100 anni, in alcune stazioni di rilevazione, 200.

Di fronte a quanto stava accadendo, “si è attivato immediatamente, lo voglio ricordare ancora una volta, l’intero sistema di Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Inoltre- ha proseguito la vicepresidente-, considerate le condizioni di particolare criticità, il 3 maggio il presidente Stefano Bonaccini ha fatto richiesta al Governo per lo ‘Stato di mobilitazione nazionale’. Richiesta immediatamente accolta dal ministro Musumeci, cui ha fatto seguito la dichiarazione di stato d’emergenza nazionale”.

Ma l’emergenza non è finita: dopo le criticità idrauliche, vanno affrontare quelle idrogeologiche, con il meteo che prevede per i prossimi giorni nuove piogge in arrivo, sulle stesse aree, a partire da mercoledì.

La priorità è la sicurezza delle persone: in vista del riattivarsi delle piogge, la Regione ha garantito ai comuni tutto il supporto tecnico operativo necessario, anche attraverso i Vigili del Fuoco e le Forze Armate, per effettuare tutte le evacuazioni necessarie, anche in via preventiva.

“Dopodiché inizieremo quanto prima le attività di ricognizione analitica dei danni, anche per poter disporre di ulteriori risorse finanziarie necessarie per affrontare le criticità aperte. Già oggi, comunque, possiamo stimare almeno un miliardo di euro di danni”, ha concluso la vicepresidente.

Che cosa è successo

Le rotte degli argini

La situazione ha generato diffusi sormonti delle sommità degli argini, che sono stati all’origine di rotte delle stesse. Complessivamente se ne sono contate 15 tra minori (anche di argini golenali) e maggiori. Nove quelle solo nel bolognese.

Le brecce principali sono avvenute sul fiume Lamone, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Bagnacavallo e Faenza; sul fiume Sillaro, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Spazzate Sassatelli, Sesto Imolese e Sasso Morelli, in comune di Imola, e Conselice; sul fiume Quaderna, con interessamento degli di Selva Malvezzi, in comune di Molinella e della località Sant’Antonio, a Medicina; sul Senio, con interessamento dell’abitato di Castel Bolognese.

 

Le criticità idrogeologiche

Alle criticità idrauliche, si uniscono quelle idrogeologiche con oltre 140 frane importanti in 40 Comuni dell’Appennino, a cui si uniscono almeno 100 dissesti secondari. Le condizioni di maggiore criticità si riscontrano nel forlivese-cesenate, dove 6 strade provinciali sono interrotte. Solo a Modigliana, il comune più colpito, sono state censite 44 frane di cui almeno 11 di grandi proporzioni. Sono in corso i sopralluoghi sulle situazioni più complesse, per definire le prime ipotesi di intervento di messa in sicurezza.

Nel ravennate, dove varie viabilità risultano interrotte, è in corso la mappatura degli episodi di dissesto, con sopralluoghi via terra e riprese aeree. Finora si sono contate 72 frane.    

La situazione oggi

Al verificarsi delle rotte, l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile si è immediatamente attivata per procedere nel tempo più rapido ai ripristini degli argini.

Nel ravennate, sul Senio, la breccia arginale in località Biancanigo (Castel Bolognese) è stata chiusa; per una seconda rotta sono in corso le operazioni di sistemazione.

Domenica sono inoltre iniziati i lavori per risolvere la falla sulle difese del Marzeno, che ha provocato gli allagamenti a Faenza. In esecuzione anche le attività di chiusura sull’argine del Lamone, esondato in prossimità di Boncellino (Bagnacavallo).

Sul Santerno si sono verificate criticità tra S. Agata sul Santerno e Cà di Lugo: si stanno svolgendo le opere di sistemazione.

 


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