Emergenza redditi e occupazione fragile anche nel territorio ravennate. Manifestazione Cgil sabato 8 ottobre | la CRONACA di RAVENNA

Emergenza redditi e occupazione fragile anche nel territorio ravennate. Manifestazione Cgil sabato 8 ottobre

Nel periodo marzo 2021/2022, su 100.000 nuove assunzioni, 93.000 erano precarie e 83.000 sono già cessate. Organizzati pullman per raggiungere la capitale con partenze da Ravenna, Faenza e Bagnacavallo

05 ottobre 2022 - «Siamo all’ennesima emergenza: le pensioni e i redditi da lavoro dipendente non sono in grado di far fronte all’aumento dei prezzi e dei costi energetici. A Ravenna, per ora, il ricorso agli ammortizzatori sociali è su livelli fisiologici, ma ci sono segnali concreti che dicono che nel giro di poche settimane i dati precipiteranno», dichiara la Cgil di Ravenna.

«L’occupazione è diventata sempre più fragile e incerta - commenta la segretaria generale della Cgil di Ravenna, Marinella Melandri - soprattutto per donne e giovani: nel periodo marzo 2021/2022, su 100.000 nuove assunzioni, 93.000 erano precarie e 83.000 sono già cessate. Su un saldo occupazionale positivo di 5.000 attivazioni, solo 500 sono stabili.

Siamo di fronte a redditi bassi e discontinui, che non consentono di fronteggiare l’inverno e il caro prezzi. Lo stesso vale anche per la maggior parte dei pensionati. In questi casi, l’incidenza dell’inflazione è ben maggiore dei dati Istat, perché le spese alimentari ed energetiche, che assorbono la quasi totalità del reddito, hanno incrementi maggiori. Una situazione insostenibile che va affrontata urgentemente dal nuovo governo perché incide sui bisogni primari delle persone: alimentazione, casa, salute».

Questo è il fulcro dei temi protagonisti della manifestazione nazionale della Cgil di sabato 8 ottobre, a Roma, in piazza del Popolo alle 14,30; dal palco prenderanno la parola il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e i rappresentanti di sindacati internazionali e di associazioni.

La Cgil lancia «la propria proposta per il mondo del lavoro - in occasione del primo anniversario del vergognoso assalto fascista alla Camera del lavoro nazionale - per contrastare salari bassi, precarietà dilagante, infortuni sul lavoro, il ritorno alla legge Fornero e per rivendicare sanità pubblica e protezione sociale».

Per raggiungere la capitale, la Cgil ha organizzato alcuni pullman in partenza dalla provincia di Ravenna.
Le prenotazioni possono essere effettuate telefonicamente allo 0544 244280 oppure al link www.cgilra.it/manifestazione.aspx. Le partenze dei pullman sono previste alle 7 da Ravenna (parcheggio del Cinemacity), Faenza (piazzale Iemca) e Bagnacavallo (rotonda autostrada).

«La manifestazione di sabato e l’inaugurazione delle opere d’arte della Cgil nazionale, restaurate dopo la devastazione dell’anno scorso a opera di forze fasciste, rappresentano la volontà della Cgil e delle persone che rappresentiamo di essere in campo contro ogni forma di sopraffazione e al fianco di lavoratori, giovani, pensionati che non arrivano alla fine del mese e che hanno diritto ad ambire a un cambiamento sociale ed economico che assicuri a ciascuno un futuro dignitoso - commenta Marinella Melandri -.
Le emergenze sono sotto gli occhi di tutti: ora servono misure urgenti, nazionale ed europee, per far fronte alla crisi nel segno della giustizia sociale. Al nuovo esecutivo porteremo le richieste delle lavoratrici, dei lavoratori, dei precari, dei pensionati. Bisogna superare definitivamente il jobs act e la precarietà del lavoro e introdurre un salario minimo legato al trattamento economico complessivo dei contratti nazionali.

Rivendichiamo una legge sulla rappresentanza per dire basta ai contratti pirata. Nell’immediato bisogna sostenere il reddito da lavoro dipendente e da pensioni, eroso dall’inflazione e dai costi energetici. Servono risposte tempestive per un Paese nel quale si è poveri pur lavorando, perché il lavoro è frammentato, discontinuo, sottopagato, sfruttato nel sistema degli appalti. Senza interventi immediati in questa direzione, nei prossimi mesi, esploderà una bomba sociale dovuta alla sommatoria di inflazione e recessione».

 


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